Il mio amico mugnaio

Le luci si accendono con l'arrivo della sera, le ombre disegnano figure fantastiche sui blocchi di neve e la città imbiancata si anima della vita notturna... ritmo, gusto, classe e tanta energia... Andrea Balasso regala emozioni vere con il suo ultimo lavoro dove classe e groove si mescolano senza soluzione di continuità! Sicuramente ci troviamo di fronte ad un prodotto non easy listening, ma che non può lasciare indifferenti per ciò che viene raccontato e suonato. Nel pezzo si vivono diversi momenti che, però, vedono sempre la centralità di un drumming raffinatissimo ancorchè carico di groove con il basso di Andrea che ci regala emozioni fortissime grazie a volteggi armonici pazzeschi, momenti di tiro incredibile con piccoli tocchi di slap mai esasperati. I tappeti di piano elettrico, alternati ad un hammond che non guasta mai, lasciano spazio, verso la metà del pezzo, ad un assolo di rhodes gustosissimo e mai stucchevole. Calda come non mai la voce di sax che interviene sempre nei momenti giusti e fa volare la fantasia di chi ascolta. La traccia risulta godevolissima e parte, praticamente, con un filo di gas per scaricare tutti i cavalli del suo groove con il passare dei minuti! Da gustare in cuffia e ripetutamente perchè di questo mood non ci si stanca mai!

La storia

Il secondo album solista per il bassista vicentino Andrea Balasso, compositore e strumentista eclettico, ma con il cuore nella Jazz-Fusion. In questo disco Andrea si avvale di strumentisti come il batterista Marco Andrighetto (anche co-produttore assieme allo stesso Balasso ed al tecnico del suono Niccolò Conti), il sassofonista Giovanni Forestan, il percussionista Luca Nardon, il pianista Ascanio Scano e, in alcuni brani, anche il chitarrista di Vasco Rossi, Andrea Braido. A quanto pare, il CD in questione ha subito una lavorazione che abbraccia un arco di tempo di circa 3 anni. E la buona ponderazione sugli arrangiamenti, le composizioni e la produzione si sentono tutte. Ciò che traspare nell'arco di tutto il lavoro in questione è l'amore per lo strumento Basso profuso da Andrea, che si trova meravigliosamente a suo agio con le atmosfere Fusion in stile Pastorius/Patitucci. Certo, quello che risulta interessante in "Time To Leave" è il fatto di non apparire come lavoro eccessivamente "didattico". Le composizioni sono estremamente sfaccettate, come di rigore in un disco strumentale di stampo Jazz-Fusion, ma mai troppo improntate sull'esercizio della tecnica e del cambio di cromatismi esasperato. Il bassista vicentino Non solo dimostra di suonare note abbastanza "di cuore" (anche a registro piuttosto alto, usando il basso a 5 corde) nelle varie sfaccettature tonali presenti nei vari brani, ma anche gli altri musicisti in sessione con Balasso mostrano di sentirsi liberi di esprimersi in una solida ma colorata Jam collettiva. Protagonista di sicuro è il sax di Forestan, mentre il batterista Andrighetto si cala in ogni cambio di mood con una pulitissima nonchalance, davvero cristallina. E poi abbiamo un brano che spicca tra gli altri come "Settembre Ottobre", con un ottimo Braido che dona al brano un assolo di chitarra fusionistico di maniera, ma molto pertinente al feeling generale... e nello stesso brano l'uso del "fretless" da parte di Balasso nella sezione successiva è ineccepibile. I brani si susseguono tutti tra session collettive e focalizzazioni su uno strumento o l'altro. E mai un calo di tono, mostrando in toto quello che ci vuole per suonare: tanta tanta voglia di scambiarsi good vibrations tra musicisti impegnati a suonare in combo. Per finire: non sarà certo il disco Fusion "imperdibile", ma un buon prodotto discografico, onesto, verace e musicalmente competente, che farà la felicità di chiunque ami il basso e le sessioni collettive di stampo Fusion. Di Alessio Secondini Morelli Leggi la scheda di andrea

Artista: 

Andrea Balasso

Genere: 

fusion

Copertina del brano: