Sanremo 2016: Una prima serata tra luci, ombre ed ospitate varie

Si spengono le luci sulla prima serata dell'evento più chiacchierato d'Italia e subito, sia in rete che sui media convenzionali, pullulano articoli, commenti, recensioni e chi più ne ha più ne metta.

I riflettori si sono puntati sui vari personaggi che hanno popolato il teatro dell'Ariston, tra pettegolezzi e temi vari, ma davvero pochino si è letto in merito alle performance dei singoli artisti in gara e proprio su questo aspetto vogliamo porre l'accento analizzando, nella maniera più istintiva possibile, ciò che il palco sanremese ha regalato a chi ha voluto soltanto curarsi di quello che dovrebbe essere la reale finalità della manifestazione.

I cosiddetti big

La prima serata ha presentato sul palco il primo lotto dei cosiddetti big evidenziando, per tutti, tutta una serie di imprecisioni, che hanno dato l'impressione di essere di fronte ad una serie di performance davvero poco eleganti, ma ad un'attenta analisi, visto che i problemi si sono verificati per tutti, è risultato lampante come le criticità di suono, sul palco stesso, erano notevoli.

Per la precisione, la sensazione più netta è stata quella di esser di fronte ad artisti che, letteralmente, non si sentivano e che non riuscivano ad essere ben fasati con l'orchestra dell'Ariston.

Per fare alcuni esempi, possiamo citare "Un giorno mi dirai" degli Stadio dove l'immarcescibile Gaetano Curreri è stato, palesemente, in difficoltà denotando incertezze non pensabili per un veterano della sua levatura.

Anche i Blu Vertigo, con il rientro dell'alternativissimo Morgan, si sono ritrovati con volumi poco a posto, l'assolo di saxofono aveva dei volumi assolutamente fuori livello rispetto al resto del pezzo, davvero non imputabili alla qualità dei musicisti.

Tutta questa serie di piccole incertezze hanno fatto il paio con una serie di pezzi, ci sia consentito l'ardire, a nostro avviso davvero deboli, sia come contenuti che come arrangiamenti i quali hanno, ancora una volta, dimostrato che se anche ci si può trovare di fronte a belle voci e musicisti niente male, ecco che la mancanza "del pezzo", della canzone, diventa lampante ed evidente come non mai!

Ad evidenziare proprio questo aspetto è quella che è stata definita la classifica provvisoria che ha visto fuori dai primi 6 una spenta Noemi, mentre Irene Fornaciari, con un pezzo dai temi molto profondi non ha conosciuto miglior fortuna.

A nostro avviso, un velo, letteralmente, pietoso va steso sulle apparizioni di Lorenzo Fragola, definirlo un pesce fuor d'acqua è un eufemismo, e dei Dear Jack, in certi momenti, davvero imbarazzanti e ci si chiede come si possa definire big una serie di ragazzotti, magari volonterosi, non lo si mette in dubbio, ma che poco hanno a che fare con un livello che dovrebbe mostrare al paese l'eccellenza della musica italiana.

Altrettanto imbarazzante è stata la prova di Rocco Hunt il quale si è dimostrato poco affine al contesto, ma, forse, anche alla musica stessa.

Diverso è stato il discorso, invece, relativo al ritorno sul palco dei già citati Stadio che con la loro "Un giorno mi dirai" ci hanno proposto un singolo di gran classe che racchiude in sè, sia un ritornello che ti resta unito ad un assieme di assoluto livello, ma questa non è che la conferma di come non sia un caso che proprio i grandi vecchi, senza offesa per la band, restano coloro i quali hanno le capacità giuste a certi livelli e, badate bene, tutto questo nonostante gli immancabili inconvenienti tecnici che hanno costretto Gaetano Curreri ad una performance non al suo livello, ma questo genere di inghippi sono tipici di una manifestazione molto mediatica, ma con tanti lati oscuri che possono diventare vere bucce di banana su cui le star, immancabilmente, scivolano.

Anche l'immarcescibile Enrico Ruggeri si è presentato con un bel mix tra melodia ed energia, ma questo non va che a dimostrare come il buon vino stia nelle botti stagionate.

Gli ospiti

Inutile dire come Sir Elton John abbia annichilito, semplicemente con un pianoforte e la sua voce, l'intera platea, ma d'altronde, non parliamo di un dilettante e di fronte a questi giganti ecco che tutto il resto impallidisce senza se e senza ma.

A metà serata, invece, una Lauretta Pausini, visibilmente emozionata, si è proposta con il classico medley di vecchi successi, un teatrino dove le è stato imposto di cantarsi addosso, nel senso più letterale dell'accezione, rivedendo "La solitudine", pezzo con il quale 23 anni fa, vinse il suo festival, può piacere oppure no, però va detto che la ragazza ci sa ancora fare e dimostra di essere un vero "animale da palcoscenico" anche se, poi, la sua comparsata ha poi causato non pochi problemini tecnici dei quali si son trovati a subirne le conseguenze gli artisti in gara subito dopo di lei.

Per i più coraggiosi, a fine serata, arriva sul palco anche Maître Gims, uno dei tormentoni del momento, ma chiaramente, dopo aver gustato Elton John poco restava da emozionarsi.

Prime conclusioni

Il livello medio, e ci riferiamo esclusivamente alla questione musicale, ci è sembrato davvero non eccelso, esclusi i tre lampi di Stadio, Ruggeri e Blu Vertigo, con una conduzione molto banale da parte di un Carlo Conti sempre molto preciso, ma anche un po' scontatino nel suo modo di essere.

Questa sera ci ritroveremo con altri 10 big, 4 nuove proposte ed una serie di ospiti, Ramazzotti in testa, che proveranno di ritagliarsi il loro momento di luci della ribalta.

Staremo a vedere e domani saremo di nuovo a cavallo di questi byte a chiacchierare del festival perchè, comunque sia, Sanremo è sempre Sanremo, no?

Vainer Broccoli.