Quando un buon disco ti raddrizza la giornata: welcome back Mr. Senese!

Chiacchierando con amici, spesso, sostengo che la musica è un fattore fondamentale della nostra quotidianità e che molte volte è proprio un buon disco a cambiarti l'umore di una giornata che non è iniziata a mille.

L'esempio più calzante per questo mio modo di pensare posso associarlo alla giornata di oggi quando, come tante altre mattine, mi sono ritrovato in corriera per recarmi in ufficio e, giusto per iniziare bene la giornata, mi ritrovo alle 7 del mattino a dover gestire una criticità non da poco per un disabile visivo, cambio improvviso di percorso del mezzo pubblico per problemi in città...

Ovviamente questo genere di imprevisti, senza ancora il caffè in circolo, non ha reso migliore il mio affrontare la giornata, ma ecco che, tra un pensiero negativo e l'altro, mi ritrovo sotto le mani l'articolo che presenta il nuovo disco di James Senese, il mitico saxofonista, ormai settantunenne, dei Napoli Centrale e... ecco scattare lo shopping compulsivo in realtime!

In 46 minuti di musica il totem del sax partenopeo ha racchiuso atmosfere di grande eleganza e, allo stesso tempo, di incredibile energia:
blues, funky, soul e una spruzzata di mediterraneo sono il cocktail che questo grande vecchio della musica italiana ci propone, quasi in punta di piedi, e che ti fa mettere una pietra sopra ai malumori dettati dai piccoli inconvenienti che si possono incontrare durante il nostro peregrinare di tutti i giorni.

In svariate interviste si legge di come Senese, alla fine, arrivi dalla gavettaccia più vera e di come, nonostante l'età sicuramente non verdissima, ancora oggi proprio questo suo percorso gli abbia consentito di restare un musicista vero che, con la sua arte, racconta le gioie ed i dolori di una società che, proprio nel capoluogo partenopeo, racchiude tutto ed il contrario di tutto.

Se andiamo a sfogliare il librettino del disco leggiamo che in questa produzione discografica sono presenti colossi del calibro di Ernesto Vitolo (Tastiere), Gigi De Rienzo (basso), Freddy Malfi (batteria) ed uno special ghest come Franco del Prete, storico batterista dei Napoli Centrale, che hanno contribuito a regalare un caleidoscopio di emozioni capace di far saltare sulla sedia i buongustai delle 7 note ed, allo stesso tempo, qualche riflessione sul mondo della musica di oggi scatta spontanea.

Chissà quanti musicisti emergenti o usciti oggi dai talent, si sono presi, magari prima di entrare in studio, mezz'oretta per ascoltare qualche guru come Senese?

Chissà quanti sedicenti critici, più o meno affermati, riconoscono una "voce di sax" più o meno calda o un bel drumming accompagnato da un giro di basso preciso sulla cassa?

Quanti produttori rampanti che oggi decidono le sorti di questo mercato musicale che cade a pezzi, sanno distinguere una Fender da un'Ibanez e sanno realmente giudicare l'espressione artistica di un musicista quando imbraccia il suo strumento?

Forse un vecchio appassionato come me, anche un pochino sanguigno, oggigiorno ha una visione molto cinica e disincantata, forse è quest'anima un po' "vintage" a dominare il mio umore in una giornata come questa, ma ben vengano questi momenti dove riscopri il gusto di un bel disco ed, altrettanto, benvengano i grandi vecchi del pentagramma a riportare un po' di equilibrio e qualità in quest'universo delle 7 note che ha bisogno di riscooprire il colore di una nota e l'emozione di un'atmosfera.

Vainer Broccoli.