Musica emergente: luci ed ombre viste da un dilettante allo sbaraglio

Con la fine di questo agosto 2016 si sono chiusi i primi 4 anni del progetto TalentOne, nato più per caso che per progettualità vera e propria, e con 100 recensioni all'anno di media non posso che sentirmi soddisfatto perchè, credetemi, tutto avrei pensato tranne che oggi sarei qui a poter affermare che tutto questo ha il suo posticino nel mondo della musica emergente.

Alcune valutazioni, però, sento di doverle condividere con chi mi legge e, purtroppo, non è tutto positivo e, consentitemelo, non è certo tutto oro quello che luccica.

L'ambiente legato alla musica emergente

Innanzi tutto, debbo constatare, con un po' di malinconia, che anche il mondo della musica emergente (o indipendente che dir si voglia) è schiavo di dinamiche molto vicine a quelle delle major e questo, credetemi, è davvero triste perchè alla fine della fiera, si riduce tutto a piccole guerre intestine messe in campo da chi ha paura di fare rete e cerca di proteggere un giardinetto davvero piccolo con l'unico risultato, credetemi, di inaridire la bellezza di un prodotto come la musica.

Le agenzie

Ecco un altro aspetto che mi ha un po' deluso:

Quando un piccolo dilettante allo sbaraglio come chi scrive inizia ad avere qualche colpo di fortuna, vedi la possibilità di scrivere su portali dai numeri molto importanti, ecco che il materiale che arriva decuplica e le agenzie diventano tutto zucchero e miele, ma quando le parti si invertono ed il dilettante allo sbaraglio non è solo un contatto che da visibilità gratis, ma chiede scambi e propone materiale, a sua volta, anche con nomi di livello tutto cambia ed in pochi ricambiano quella disponibilità che si dava quando la situazione era monodirezionale.

Bisognerebbe spiegare, a chi dirige queste agenzie, che il fare rete rafforza tutto e tutti ed, altresì, rende tutto il movimento più robusto ed in grado di contrastare un mercato della critica musicale standard che è monopolizzato da critici musicali che non sanno nemmeno distinguere una chitarra elettrica da un basso...

Poca umiltà da parte dei giovani artisti

Ecco un aspetto che mi ha lasciato davvero sbalordito!
Leggendo, all'inizio di questo mio percorso, articoli di blogger più quotati del sottoscritto, avevo già sentito citare questo aspetto che caratterizza gli artisti in prima persona:

Troppa poca predisposizione ad aspetti come le critiche costruttive, ascolto degli altri e, soprattutto, troppa poca umiltà perchè tutti credono di aver inventato il pentagramma...

Mi pareva un assioma un pochino duro, visto dal lato di chi ha sempre creduto nell'umiltà e nel concetto "...testa bassa e lavorare...", ma haimè, debbo constatare che la cosa è drammaticamente realistica e proprio i pareri negativi danno un fastidio incredibile ad artisti ed ai loro agenti...

Pare proprio che il concetto di gavetta, di studio, di sacrificio per crescere sia diventato il tipico concetto che va bene, ma per gli altri...

Ragazzi miei, se qui non si cresce un pochino credo sarà davvero difficile riuscire a pescare progetti musicali di un certo spessore e un'arte splendida come la musica si ridurrà ad una pleetora di coverband o di tributeband che in molti casi rappresentano una malinconia unica!

Ed allora perchè continuare?

Beh, la domanda potrebbe davvero sorgere spontanea no?

In questo panorama che ho appena dipinto a tinte molto fosche ho, però, avuto la fortuna di incontrare persone talmente splendide da sopperire totalmente alle tristezze sopra elencate.

La mia predisposizione ad ascoltare ogni cosa che mi viene inviata non viene scalfita minimamente da ciò che riscontro ogni giorno, ma certamente il metro di valutazione è cambiato molto dal punto di vista del gradimento ed anche il rapportarsi con colleghi, diciamo così, di altre agenzie è inevitabilmente diventato molto più cauto ed il vecchio detto: "do ut des" oggi è diventato di fondamentale importanza anche per un dilettantucolo come me.

Vainer Broccoli.