La fine dell'inverno

Il senso di inadeguatezza continua a pervaderla, ciò che vede attorno a sè la fa stare male e sente di avere ben di più da dare di ciò che le viene concesso...

Intenso, autobiografico quanto basta e di un'emotività pazzesca!
La fine dell'inverno è il nuovo singolo per Ninfea, al secolo Asia Strangis, che catapulta chi ascolta in una storia fatta di grande rabbia interiore, anche se raccontata con una delicatezza ed una sensibilità davvero incredibili, e che ci fanno conoscere una cantautrice dalla vocalità pazzesca e dalle doti artistiche assolutamente di livello!

Se nasci con la musica nel DNA allora non puoi che affrancarti con le tue canzoni!

La semplicità dell'arrangiamento, con il pianoforte a farla da padrone, seppur in maniera mai invasiva e con gli archi ad arricchire il mood, crea il giusto tappeto armonico per la performance di Asia che, con grande maestria, sfodera una serie di doti che vanno dalla facilità di canto disarmante ad un'estensione di tutto rispetto passando anche per una capacità interpretativa davvero di spessore!

Da gustare ad occhi chiusi!

La storia

“LA FINE DELL’INVERNO” È IL NUOVO SINGOLO DI NINFEA, UN RITRATTO DI NOTE ED ANIMA CONTRO EMARGINAZIONE ED ISOLAMENTO SOCIALE

Quanto costa essere se stessi in un mondo sempre più incline a denigrare ed emarginare tutto ciò che etichetta come diverso? E da dove è possibile trarre
il coraggio necessario per rimanere autentici, connessi alla propria natura, quando ci sentiamo ingabbiati dentro al giudizio, esclusi da una società inclusiva
a parole, ma, nella realtà dei fatti, sempre più orientata all’omologazione, a discapito di quelle peculiarità che la spaventano a tal punto da volverle
reprimere? È da queste profonde e purtroppo più attuali che mai riflessioni che ha preso vita “La fine dell’inverno” (Rumori Digitali/Digital Noises),
il nuovo intenso viaggio di anima e voce di Ninfea.

Definita dalla critica come "una delle vocalità più interessanti e delicate degli ultimi anni" e apprezzatissima dal pubblico per l’eleganza e l’emozionalità
che avvolgono ogni sua release, la giovanissima cantautrice calabrese d’adozione lombarda torna e nei digital store con un pezzo in cui la sublime dolcezza
della sua voce si intreccia perfettamente ad un testo d’autore sofferto e malinconico, conducendo gli ascoltatori in un universo, riflesso della nostra
contemporaneità, ancora troppo spesso caratterizzato da discriminazione, ghettizzazione e marginalizzazione nei confronti di tutti coloro che vengono definiti
“deboli”, “strani”, “diversi”, ma che in realtà non sono altro che anime sensibili, empatiche, originali, ricche di tutti quei preziosissimi valori che
il processo di massificazione ha svilito, fino ad annullarli.

Dopo un biennio che l’ha consacrata ufficialmente alla scena nazionale grazie a brani corroborati di sentimento come “
Ad Occhi Aperti
” e “
A Testa Alta (Part II)
” e release in grado di mostrarne versatilità e carisma come l’abbraccio elettro-pop-house di “
Fake Smile
” (feat. twfloors.), l’artista inaugura un 2023 ricco di incredibili sorprese con uno dei primi pezzi interamente scritti e composti da lei stessa tra
il bianco e nero del pianoforte e le grigie ombre che aleggiano su tutto ciò che viene percepito ed altro non è che un «tremendo tormento», in cui l’essere
umano si sente pervaso da quell’opprimente e asfissiante sensazione che lo fa vacillare, in balia di se stesso e dei propri timori, solo ed incompreso
in un mondo che invece di accogliere le tipicità individuali le esclude e le respinge, continuando a bandirle, insieme a tutti coloro che cercano di proteggerle
ed enfatizzarle, portandoli così a chiudere gli occhi, anziché porgere maggior ascolto ed attenzione - «tremo quando cadono le foglie, quando nessuno le
raccoglie».

Mediante un’emozionante serie di traslati e metafore visive, Ninfea pone l’accento ove la società innalza barriere - «scatole in testa di storie remote,
in cerca di pace, di sfide nuove» -, dissipando la nebbia e sollevando le maschere sociali, o per meglio dire, quel velo di Maya che ci impedisce di scorgere
l’effettiva realtà delle cose che ci circondano ed, ancora prima, che fanno parte di ciascuno di noi, in maniera singolare e differente, ma non per questo
giusta o sbagliata.

virgolettato
«”La fine dell'inverno” – dichiara l’artista - è uno dei primi brani che ho composto e scritto da sola. È nato al pianoforte, in un momento, come spesso
accade, di tristezza, nostalgia ed incomprensione e parla proprio di questo, della sofferenza e del prezzo da pagare quando ci si sente “diversi” in un
mondo in cui gli ideali creano gruppi, isolando i "fragili" che, "diversi", ci si sentono sempre di più. Ho lasciato in questo testo tutta la rabbia e
tutto il dolore, certa che la musica potesse e sapesse consolarmi. L’ha fatto e mi auguro con tutto il cuore che possa fare altrettanto con tutti coloro
che l’ascolteranno».
fine virgolettato

Accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Giuseppe Fisicaro e girato al Multiset Studio Ampere di Milano, “La fine dell’inverno” rappresenta un
nuovo intenso tratto nel dipinto artistico di Ninfea, un affresco di cuore e voce da cui attingere per cogliere tutte quelle sfumature che, ancora troppo
spesso, si perdono e si confondono in un netto dualismo di tinte che ci impedisce di percepire la meraviglia delle nuance che non solo li intervallano,
ma li costituiscono.

Leggi la storia di Asia!

Artista: 

Ninfea

Genere: 

pop

Copertina del brano: