Igor Nogarotto

Biografia: 

Igor nasce in un paesino di 2.000 anime della provincia astigiana, Mombercelli, ma sente da subito l’urgenza di emigrare in zone più ‘aperte’ alla creatività e all’età di 20 anni si trasferisce a Bologna, dove trova terreno più fertile per l’espressione artistica, rispetto all'indole introversa delle colline piemontesi.

E’ un creativo a 360 gradi (lui afferma “a 720 perché essendo maniacalmente scrupoloso ho fatto 2 volte il giro”): autore e compositore di inediti per interpreti, musicista (pianoforte e chitarra), VocalCoach, cantautore, scrittore, autore testi per comici di Zelig, nonché produttore discografico ed organizzatore di eventi con l’agenzia di spettacolo ed etichetta SAMIGO che fonda nel 1995.

Pubblica gli album musicali "BABELE" (1998 - Simbolo biblico della difficoltà di comunicare), "PENSIERI NEVROTICI" (2000 - Album intimista che cerca di esorcizzare problematiche psicologiche e fobie quali depressione, ipocondria, paura del buio), "HO BISOGNO DI SUPERMAN" (2003 - Metafora della necessità di ricorrere a forze "soprannaturali" per risolvere le difficoltà della vita), "ALTER IGOR" (2011 - Dialogo con se stesso per raggiungere la consapevolezza), album che promuove live in 35 date nei principali teatri italiani, in apertura degli spettacoli di Giuseppe Giacobazzi ed il singolo "NINNA NONNA" (2005) che viene riconosciuta come "Canzone Ufficiale Italiana dei Nonni" e vende più di 40.000 copie.

Nel 2013 pubblica con Eclissi Editrice il libro "Volevo uccidere Gianni Morandi", romanzo di formazione dedicato all'icona storica della Musica Italiana, che vende in breve 5.000 copie e viene premiato al Festival di Sanremo come “Miglior esordio letterario”, libro per cui riceve minacce di morte per circa 1 anno da parte di un fan fanatico del fans club di Morandi, Morandimania.

Igor ora vive a Roma, dove ha dato vita al progetto “POPE IS POP”, canzone-flash mob dedicate a Papa Francesco: Igor afferma: “Non sono credente, ma credo in Papa Francesco”. Il primo importante evento si è svolto al Carcere di Rebibbia, dove detenute di diversa estrazione geografica e di diverso credo religioso hanno danzato insieme, unite per Francesco: è stato il primo flash mob della storia in un carcere italiano. Ne parlano più di 50 Stati nel mondo, tra cui testate come “New York Times” e “Washington Post”.