E uscimmo infine a riveder le stelle

Tutti gli dicono che si è tornati alla normalità, ma nel suo cuore sa che tutto non sarà mai più come prima e si chiede se chi arriverà dopo riuscirà a godere di ciò che avevamo anni fa...

Delicato, introspettivo e con un testo decisamente intenso!
E uscimmo poi a riveder le stelle è il nuovo singolo per Stona, al secolo Massimo Stona, con il quale l'artista si pone delle domande che sono di grandissima attualità e che ci mettono di fronte ad una realtà di certo non semplice...
Un singolo di grande impatto emotivo, suonato con grandissima delicatezza e che ti entra dentro!

Avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e raccontarlo con questa sensibilità non è da tutti!

Una linea ritmica composta da un bit morbidissimo e discreto che poi evolve in un drumming mai invasivo ed al servizio della canzone, viene arricchita dal basso di Guido Guglielminetti che resta sempre molto appoggiato sulla cassa e con grande eleganza resta al servizio della canzone.

Pianoforte, tappeti di tastiera e qualche spruzzo di synth colorano l'assieme con un arpeggio, più che mai elegante e cristallino, di chitarra acustica che diventa assolutamente protagonista nell'arrangiamento.

Stona ancora una volta si dimostra cantautore di razza con i suoi testi e con le sue performance assolutamente calate nel mood della sua musica entrando dritto nel cuore di chi ascolta!

Da gustare con cuffie o impianto di qualità!

La storia

“E uscimmo infine a riveder le stelle” è la title-track del nuovo disco di Stona che prende in prestito il famoso passaggio dell’Inferno Dantesco tratto
dalla Divina Commedia, storpiandolo un po’ (l’originale recita infatti “e quindi uscimmo a riveder le stelle” – Inferno XXXIV, 139), ma il significato
resta lo stesso: ritornare alla normalità dopo un periodo di angoscia, di difficoltà o di pericolo; in questo caso specifico s'intende il ritorno alla
normalità dopo gli anni del Covid, dopo vicissitudini e problematiche personali.
La copertina dell’album mostra un ragazzo con indosso un visore per la realtà virtuale, come a chiedersi se le nuove generazioni saranno davvero mai in
grado di tornare a riveder le stelle dopo tutto questo passato oppure ciò che rimane è qualcosa di surrogato, di finto?
La copertina del singolo omonimo, invece, mostra un frame estratto dal videoclip ufficiale del brano con due astronauti intenti ad esplorare un pianeta,
a rappresentare l’uomo intento ad indagare sul proprio futuro, mai come adesso così nebuloso, alla luce anche degli ultimi eventi in Ucraina.
Il brano è stato registrato presso il PSR Recording Studio di Peveragno e prodotto da Guido Guglielminetti e vede Stona alla voce, chitarra e tastiere
e lo stesso Guglielminetti al basso, chitarre e programmazioni.
 
Spiega l'artista a proposito del brano: “... la cosa più incredibile dopo una tempesta e tornare alle proprie vite e saper accettare il fatto che probabilmente
non saranno mai più le stesse comunque...”
 
In collaborazione con la community di MART Production, Stona prende in mano la regia e il montaggio per questo nuovo videoclip ambientato in un possibile
futuro di esplorazione marziana o su di un qualunque altro pianeta.
Il messaggio è il saper costruire il proprio futuro al meglio delle proprie possibilità: i due esploratori protagonisti del video rappresentano l'uomo
alla ricerca continua del proprio domani, con il rischio di tralasciare ed abbandonare il presente. Sono anche il simbolo delle maschere e dei filtri che
ci poniamo ogni giorno addosso per il fatto di non saper affrontare le nostre paure e di non avere il coraggio, troppo spesso, di saperci mostrare per
come siamo realmente.
Girato fra California, Nevada e Arizona, il clip vede protagonista il "Mojave", uno dei più grandi deserti statunitensi con al suo interno parchi naturali
come la famosa Death Valley (Zabrinskie Point) o il Joshua Tree, reso famoso dal celebre scatto sulla copertina dell'omonimo album degli U2.
 

Leggi la storia di Massimo!

Artista: 

Stona

Genere: 

pop

Copertina del brano: