Concerto

Le luci si spengono nel teatro, le prime note innondano gli astanti e le loro mani, nel buio, si intrecciano... Aspettavano da tanto quel concerto, ma l'emozione di essere assieme è tale che tutto ciò che li circonda sparisce e resta solo il contatto tra le loro dita... Classe sopraffina, testo evocativo ed una capacità artistica davvero eccelsa! Concerto fa parte dell'album "Falso d'autore" ed i Senhor MuTrìio regalano pennellate di vera musica d'autore! Quando si sa suonare non ci sono se e si può solo godere di cotanta maestria! Un bel dialogo tra una ritmica di chitarra acustica e rif di semiacustica aprono le danze con grande delicatezza mentre, dopo le prime battute, ecco irrompere una linea ritmica davvero coinvolgente che ricorda atmosfere carioca davvero solari. Tra giochi di rullante e cassa, con spruzzi di raid, è impossibile non notare il gioco fondamentale del basso grazie all'incedere del quale viene regalata una bella profondità alla canzone. Letteralmente spettacolare, nella parte centrale del brano, l'assolo di tromba difficilmente raccontabile a parole perchè racchiude talmente tanto gusto ed anima impossibili da rendere a parole! Il testo viene magistralmente interpretato grazie al quale si viene catapultati in un'atmosfera davvero gustosa da vivere! Da sorbire con impianto di qualità rigorosamente in relax con un buon drink a portata di mano!

La storia

“ ‘Falso d’autore’ è un disco che ha un inizio e una fine, è un racconto, un sentiero. Parla dell’arte, della natura e dei rapporti di cui siamo fatti - racconta Samuele Spilla -. Indaga la forma della nostra personalità — cercandone sempre più inevitabilmente la sostanza. La forma è necessaria, ed è esaltata, ma la sostanza è vitale: lo sappiamo che siamo formati dalle idee, costumi e mode del tempo in cui viviamo e delle persone a noi vicine. C’è qualcosa che sia puramente nostro? Tutti possono avere la mia stessa idea, cosa è che la rende mia? io cosa aggiungo? Il disco è strutturato in modo tale da cercare pian piano di rispondere a queste domande—” Il disco è composto di 10 brani: si parte con la titletrack: è un anti-manifesto, è la nuova pelle del trio. Parla di apparenza e solo di quella, si ferma in superficie, ma l'inganno che crea l'apparenza può salvare la vita eludendo i predatori naturali o influenzando a proprio favore i destinatari dell'immagine. Il secondo brano è “Goffredo”: ci dev’essere un segreto per risultare sempre allegri, divertenti e imprevedibili. Bisogna saper tenere il proprio pubblico e mutare convenientemente la propria forma. Questo è il segreto che nasconde Goffredo, giullare da bar. Ma non è uno stupido, forse ha proprio capito tutto della vita. Poi “Costanza” che racconta di una bambina con una vita da incorniciare. È brava, bella e ricca. Ma Costanza vuole anche essere felice, ma le hanno insegnato che per quello deve aspettare. “Mavasacass” è una canzone con cui si augura scherzosamente ad un oratore con sguardo fiero, lingua spigliata, vocaboli studiati a tavolino, la giusta prosopopea, che tra il suo pubblico non ci sia un palermitano. In “Vem pra mim”, ballata bossanova in portoghese, l’amore è negli sguardi meravigliati da qualcosa che non pensavi e nelle paure che si sciolgono negli abbracci. Sono le forme che cominciano ad incrinarsi e qualcosa comincia ad intravedersi dalle fessure “Luna” una è la canzone del dubbio, dell’urlo scomposto e della paura delle maschere che cadono. Il brano successivo è “Novembre”, la storia di un uomo che ha già vissuto gran parte della sua vita, vuole rinnamorarsi e lo fa. Lei è una ballerina, è leggera e colorata, sembra proprio quello di cui lui ha bisogno. Con “Sicomoro” si parte dall’assunto fondamentale che noi non scegliamo il nostro nome, il nome prende forma soltanto perché qualcun altro lo riempie di significato. Sul sicomoro, il sacro albero della vita, il proprio nome assume il significato che gli è stato dato dai nostri compagni di viaggio. L’album chiude con “Concerto”, “liturgia pagana” a cui ci abbandoniamo con speranza, “forse la musica sa bene come spegnere tutti i nostri dubbi, ci coglie di sorpresa e comincia a raccontarci chi siamo”, e “Rembrandt”, brano in cui scopriamo una anziana coppia rappresentata come il paradigma della noia dell’abitudine. Ma come la musica prende vita a seconda di come si batte il tempo, analogamente scegliere di riempire la propria esistenza con la passione può distruggere il quieto vivere. Come la luce in Rembrandt, la scelta di dipingere un quadro può esporre la luce e le ombre, ma è il modo migliore di consumare l’esistenza. Samuele Spilla è autore di tutti i brani del disco, eccetto “Luna”, scritta da Antonio Mancino. Prodotto artisticamente da Fabio Rizzo, registrato e mixato dallo stesso Fabio Rizzo presso INDIGO (Palermo) e Phantasma Recording Studio (Catania). Il Senhor MuTrìo, in questo dico, è stato affiancato da Alessandro Presti (tromba), Alfonso Vella (Sax), Donato Di Trapani (tastiere), Fabio Rizzo (effetti digitali, chitarre), Walter Nicosia e Alessandra Arno (cori), Veronica Cimino e Silvia Cortese (violino), Alessia Lo Coco (viola), Tiziana Cilluffo (violoncello) e Simone Tolomeo (bandoneón). Leggi la storia del progetto!

Artista: 

Senhor MuTrìo

Genere: 

World Music

Copertina del brano: