ALECO

Biografia: 

È la storia di Sabina. Ed è come tutto sospeso nel tempo. Sarebbe bello pensare ad un pallone arancione, ad una corsa in bicicletta sperando che quei giorni non finiscano mai, è come tutto sospeso nel tempo. Le generazioni passano, sono felici, sono immortali. Sabina si trova a vivere e ricordare questa immortalità con una tale leggerezza da non rendersene conto, mai. O forse sì, a distanza di anni se ne rende conto e si bea di tutto ciò che è stato, della bellezza di tutto ciò che è stato, ma che è pronta a vivere anche successivamente. Ed è per questo che basta una bicicletta, basta mettersi d’accordo per incontrarsi, basta veramente poco per mettersi d’accordo. E così una serie di ragazzi vive in maniera davvero spensierata tutto ciò che accade, senza problemi, né preoccupazioni. È una generazione felice, forse l’ultima. Ma basta poco a volte per far sì che tutto accada di nuovo, anche quando ci si rituffa nella realtà quotidiana. Appuntamenti per cena che vengono travisati, obbligati, spiegati, attesi e disattesi, ma Sabina sa che basta poco per rendere tutto bello. Basta un pizzico di sogno, da non tramutare in realtà, per accorgersi che arrivare vicino alla concretizzazione di un sogno forse è davvero più bello che realizzare il sogno. Ma passa un altro anno, il sole splende di nuovo, il pallone ha cambiato colore, o forse no, e alla radio passano diverse canzoni che sappiamo riconoscere, ma non del tutto… e allora improvvisiamo. Si improvvisa perché è stupendo essere spensierati, improvvisare la vita, goderla appieno. E per viverla pienamente c’è anche bisogno di cantare, di guardarsi negli occhi, di capire che il mondo reale di quel momento è il mondo sempre desiderato e mai dimenticato. Basterebbe anche poco per sognare di essere qualcuno che è impossibile essere, qualcuno che possa parlare con Nettuno per spiegargli che le distanze andrebbero annullate, possibilmente anche placando le maree. Sabina sa di essere dall’altra parte del mare, ma sa di avere tanti angeli al suo fianco che possono farla sentire importante e serena. Non tutti gli angeli però riescono a parlare con lei, ma lei capisce ugualmente, guarda, impara, continua a sognare. Ed è proprio in quel momento che pensa di scappare, di scappare da qualcosa o da qualcuno, scappare perché non viene più considerata. L’amore vince sempre, o perlomeno dovrebbe, e, anche se tentenna, porta con sé quell’immenso magnetismo capace di riavvicinare un qualcosa che credevamo perso. Sabina torna quasi ogni sera, suda, si sbraccia, ma è proprio quella voglia di tornare che rende il percorso meno intricato di quello che si possa pensare. Qui, mentre la luna fa uno sforzo immenso prima di sparire definitivamente per qualche ora, rinasce la vita. Cambiano le ottiche, le prospettive, le generazioni con tutti gli sbagli che potranno e dovranno fare, alle quali, con l’esperienza maturata in sette punti, dovrà per forza di cose, spiegare come un piede si mette davanti all’altro, come si canta, come si balla, come ci si mette d’accordo per incontrarsi tante volte e tornare ogni anno ad essere la generazione più felice che ci sia. Sabina trova qualcosa di nuovo, insegna qualcosa di nuovo, ma a volte perde anche se stessa acquisendo la consapevolezza che il tempo è ingannatore. Il tempo inganna, vince sempre, il tempo non è un alleato, è sempre un nemico, se si parla di vita vissuta. Allora tutto ciò che rimane è un pallone, una bicicletta, il sole, un incontro e il tempo fermato in ogni singolo attimo che ricordiamo, più sono i bei ricordi, meno il tempo è nemico.